PUNTO CAOS, Il MONDO A UNA SVOLTA
La finestra decisionale
di Ervin Laszlo
[Anticipazioni. Per gentile concessione
del professor Ervin Laszlo si pubblica un documento di fondamentale
importanza per comprendere CHE FARE in un momento così
delicato della storia umana]
L'intero saggio appare sul n.2/2006 della
Rivista Alba
Magica.
Le citazioni di questi testi vanno fatte riportando quanto
precisato a fine pagina (Copyright traduzione italiana Alba
Magica Edizioni).
In questo libro Laszlo sviluppa un punto di vista comprensivo
della attuale situazione mondiale, mostrando a che punto siamo
e cosa possiamo fare. Il punto in cui siamo, dice Laszlo,
é una congiuntura storica critica: una ‘finestra-decisionale’
dove si affacciano entrambi gli aspetti, il pericolo del collasso
globale e l’opportunità di un rinnovamento mondiale.
Noi abbiamo 6-7 anni per venire a capo di tendenze insostenibili
che ci condurrebbero a un ‘punto di svolta’ oltre
il quale non c’è possibilità di ritorno;
dopo il quale, o ci siamo evoluti verso una maggiore sicurezza,
pace e mondo sostenibile; o i sistemi economico, sociale ed
ecologico che incorniciano la nostra vita si distruggono.
Questo è il Punto Caos e, in accordo con Laszlo, coincide
con le profezie Maia, Cherokee e di Nostradamus della fine
del 2012 come fine del mondo. Ma questa non é necessariamente
la fine del mondo, ma soltanto la fine di una fase del mondo
oltre la quale emergerà un nuovo mondo. Sta a noi concepire
un nuovo mondo: nella finestra decisionale di oggi noi abbiamo
un’unica possibilità di crearla. In questo libro
pionieristico il fondatore e presidente del Club di Budapest
internazionale ci dice quale compito senza precedenti di guarigione
e di rinnovamento significa ciò, e come ciascuno di
noi può essere utile per raggiungere questo scopo.
L’analisi e le proposte sono di fondamentale importanza
per AGIRE subito. Si ringrazia particolarmente il professor
Laszlo per il documento che esce in anticipazione mondiale.
Se vogliamo cambiare da una via che ci conduce verso il disastro
a un mondo sostenibile, i prossimi sette anni saranno critici.
Un proverbio cinese avverte, "Se non
cambiamo direzione, è probabile che finiremo esattamente
dove siamo diretti." Applicato alla situazione del mondo
di oggi, questo sarebbe disastroso senza un cambiamento della
direzione in cui siamo verso un mondo in cui: va crescendo
la pressione della popolazione e la povertà; va crescendo
il potenziale per il conflitto sociale e politico; crescono
la criminalità e la guerra organizzata, si va accelerando
il cambiamento climatico; si aggrava la scarsità di
cibo, acqua ed energia; si aggrava l’inquinamento industriale,
urbano, ed agricolo; si accentua ulteriormente la distruzione
dello strato di ozono; si accelera la riduzione di biodiversità;
cresce la perdita continua di ossigeno atmosferico. Corriamo
anche il rischio di mega-disastri causati dagli incidenti
nucleari e dalla perdita dei rifiuti nucleari, da devastanti
inondazioni e uragani dovuti al cambiamento climatico, e dai
problemi di salute dovuti alle catastrofi naturali come pure
a taluni fattori umani come l’accumulazione di tossine
nel suolo, nell’aria, e nell’acqua.
Dove siamo diretti adesso non è
dove vogliamo andare.
# C’è una propensione più grande in molte
parti del mondo a ricorrere al terrorismo e ad altre forme
di violenza per correggere le ingiustizie, o almeno per richiamare
l’attenzione alle ingiustizie subite. Si approfondisce
l’insicurezza nei paesi ricchi e poveri.
# Il fondamentalismo islamico si espande
in ogni parte del mondo Musulmano; il neo-nazismo ed altri
movimenti estremisti riappaiono in Europa, ed il fanatismo
religioso appare in tutto il mondo.
# I governi cercano di contenere la violenza
criminale della guerra organizzata, ma i conflitti si mantengono
in Medio Oriente, Asia, America Centrale, e nelle altre zone
calde.
# La spesa militare mondiale è
cresciuta per il sesto anno al 2005, crescendo del 5% a 1,04
trilioni di dollari, con gli Stati Uniti che da soli coprono
$ 455 bilioni o quasi metà della spesa del mondo.
I paesi del G8 vendono insieme oltre 12
bilioni di dollari di armi ai paesi più poveri.
# Ci sono più alti livelli di frustrazione
e scontento poiché ricchezza e potere diventano più
concentrati, aumenta il divario tra i detentori di ricchezza
e potere ed i poveri ed i segmenti emarginati della popolazione
(80% del prodotto nazionale del mondo appartiene a un miliardo
di persone, ed il rimanente 20% è distribuito da cinque
miliardi e mezzo, un disavanzo che si aggraverà soltanto,
poiché i paesi poveri pagano 38 miliardi di dollari
in più ogni anno di interessi (sui prestiti passati
che ricevuti come aiuto per lo sviluppo).
# Uno su ogni tre abitanti urbani del mondo
vive nei bassifondi, in baraccopoli, in favelas, e nei ghetti
urbani - più di 900 milioni di persone sono adesso
classificate come abitanti dei bassifondi. Nei paesi più
poveri, il 78% della popolazione urbana sopravvive sotto tali
condizioni di minaccia alla vita.
# Sebbene siano istruite più donne
e ragazze che negli anni precedenti, in molte parti del mondo
poche donne hanno lavoro e ancora più sono costrette
a sbarcare il lunario nel "settore informale".
# C’è una caduta nell’autosufficienza
di cibo nella maggioranza delle economie del mondo, sinistramente
agganciata con la diminuzione delle riserve di cibo internazionalmente
disponibili.
# C’è anche una diminuzione
di acqua dolce disponibile per ben oltre la metà della
popolazione del mondo.
# C’è un continuo degrado
di equilibri vitali nell’atmosfera del mondo, nei sistemi
di oceani ed acqua dolce, e nei suoli produttivi. Alcuni processi
si alimentano su se stessi e sono già fuori controllo:
quando il ghiaccio Artico fonde, il mare assorbe più
calore di quello che dà per scioglierne di più;
mentre il permafrost scompare in Siberia il metano rilasciato
dalla palude di torba sottostante esalta l’effetto serra
e provoca maggior scioglimento e quindi più metano.
Ci sono tendenze preoccupanti negli Stati
Uniti, il paese più ricco del mondo e la sola superpotenza
rimasta.
# Povertà e fame sono in crescita.
Secondo le rilevazioni ufficiali sulla povertà, nell’anno
2003, il 12,5% della popolazione totale degli Stati Uniti
è vissuta nella povertà; 10 milioni di famiglie
— 31 milioni di individui di cui 12 milioni erano dei
bambini — sull’orlo della fame o con l’insicurezza
alimentare; e 3,1 milioni di famiglie — includendo 2
milioni di bambini — hanno sofferto per la fame effettiva.
Le tendenze non sono il destino: possono essere cambiate.
Come possiamo cambiarle? Può essere utile ricordare
il famoso motto di Einstein:
non si può risolvere un problema
con lo stesso modo di pensare che ha provocato il problema.
Noi stiamo facendo proprio questo. Stiamo combattendo il terrorismo,
la povertà, la criminalità, il conflitto culturale,
la degradazione ambientale, la salute malata, anche l’obesità
e altre "malattie della civiltà" con lo stesso
modo di pensare — gli stessi mezzi e metodi —
che hanno prodotto i problemi.
# Gli obbiettivi ambientali che potrebbero interferire con
la crescita economica sono costantemente messi da parte.
# Nel nome della protezione e della sicurezza nazionale, sono
poste crescenti restrizioni alle libertà civili, incluse
la libertà di parola e la libertà di espressione
nella stampa e su Internet.
# C’è una rinuncia continua
di sovvenzioni per i mezzi di comunicazione che incoraggiano
posizioni di inchiesta (dubbio) sulle linee di condotta attuali
dell’Amministrazione, con un parallelo recesso nella
sovvenzione per le istituzioni e i programmi di educazione
pubblica.
Se tali tendenze continuano ad acquistare
forza, saremo lanciati su una strada di collasso non proprio
nazionale, ma di collasso globale.
# Il segmento più ricco della popolazione
sta diventando tuttavia più ricco: ci sono adesso più
di tre milioni di milionari. Ma la ricchezza non assicura
la sicurezza finanziaria: un sondaggio della U.S. Private
Bank ha mostrato che nell’anno 2000 il 64% degli americani
più ricchi (con una media di 38 milioni di $) si sente
finanziariamente insicura.
# Il divario tra ricchi e poveri è
anche un divario razziale: la famiglia media bianca ha $ 80.000
in beni; la famiglia nera media intorno ai $ 6.000.
# Come hanno dimostrato le conseguenze
dell’uragano Katrina, il segmento più povero
della popolazione è trascurato quando l’Amministrazione
assegna dei fondi e dà la priorità alla lotta
per gli interessi economici all’estero piuttosto che
per assicurare condizioni di vita decenti per i poveri negli
USA.
# Gli obbiettivi ambientali che potrebbero
interferire con la crescita economica sono costantemente messi
da parte.
# Nel nome della protezione e della sicurezza
nazionale, sono poste crescenti restrizioni alle libertà
civili, incluse la libertà di parola e la libertà
di espressione nella stampa e su Internet.
# C’è una rinuncia continua
di sovvenzioni per i mezzi di comunicazione che incoraggiano
posizioni di inchiesta (dubbio) sulle linee di condotta attuali
dell’Amministrazione, con un parallelo recesso nella
sovvenzione per le istituzioni e i programmi di educazione
pubblica.
Se tali tendenze continuano ad acquistare
forza, saremo lanciati su una strada di collasso non proprio
nazionale, ma di collasso globale.
# Le tendenze non sono il destino: possono
essere cambiate. Come possiamo cambiarle? Può essere
utile ricordare il famoso motto di Einstein: non si può
risolvere un problema con lo stesso modo di pensare che ha
provocato il problema. Noi stiamo facendo proprio questo.
Stiamo combattendo il terrorismo, la povertà, la criminalità,
il conflitto culturale, la degradazione ambientale, la salute
malata, anche l’obesità e altre "malattie
della civiltà" con lo stesso modo di pensare —
gli stessi mezzi e metodi — che hanno prodotto i problemi
in primo luogo.
Per esempio: La Casa Bianca combatte il
terrorismo rafforzando la sicurezza. Così combatte
non così tanto il terrorismo ma i terroristi. Il terrorismo
può essere eliminato prevenendo i terroristi dall’eseguire
i loro progetti di base, e la maniera migliore per fare ciò
è dargli la caccia, metterli in prigione, o ucciderli
— prima che ci uccidano. Questa strategia è analoga
a tentare di curare un organismo ammalato di cancro tagliando
le cellule cancerose.
La cura è efficace soltanto se
l’organismo non è affetto del male oltre il gruppo
di cellule cancerose, il che spesso non è il caso.
Se l’organismo è affetto dal male, curare la
malattia richiede occuparsi delle cause che fanno sì
che le cellule diventino cancerose. Perché le cellule
diventano cancerose? La domanda è precisamente analoga
a: perché le persone diventano terroristi? La risposta
è: perché l’organismo umano, o nel caso
di terrorismo l’organismo sociale, è malato.
I capi di governo e i capi della sicurezza si rifiutano di
affrontare questo fatto. Dicono che i terroristi sono semplicemente
malvagi; sono nemici della societá. Essi usano il modo
di pensare che usano le persone che fanno i terroristi. I
terroristi e quelli che istigano, finanziano e formano i terroristi
credono che i dirigenti dei grandi poteri che minacciano siano
dei criminali malvagi, nemici di una societá giusta.
Ogni parte si sente giustificata nell’uccidere l’altro.
Il risultato è una escalation di odio che produce più
terrorismo, non meno. Quando una societá è malata,
più terroristi si uccidono più persone diventano
terroristi.
Ci sono altri esempi di applicazione del
vecchio modo di pensare ai problemi emergenti. Le città
e gli stati combattono la criminalità con forze di
polizia più grandi, con più prigioni, e leggi
più rigorose. Pensare in modo nuovo sarebbe concentrarsi
sull’eliminazione delle condizioni che generano i criminali:
bassifondi di città grandi, disoccupazione, ed il senso
di futilità e la disperazione che contagia la mente
di molte persone, soprattutto giovani. Il caso non è
fondamentalmente diverso per ciò che riguarda la lotta
alla degradazione ambientale: i problemi dell’ambiente
sono prodotti dalla brama di profitto, pratiche ecologicamente
irresponsabili, e sono combattute da pratiche di brama di
profitto che pretende di essere ecologicamente responsabile
— queste differiscono dalla prima soltanto nel fare
profitto col pulire lo sporco piuttosto che col crearlo. Vincere
questa particolare "lotta" richiederebbe riconoscere
che fare crescere il profitto e sviluppare la crescita non
è il solo criterio di successo negli affari; la responsabilità
sociale ed ambientale è proprio così importante
ed è proprio molta parte dell’affare negli affari.
Il punto é: in quasi tutti gli
aspetti dell’attività sociale ed economica, e
nella politica come anche nella sfera privata, la corrente
sociale principale ignora l’avvertimento di Einstein.
Tenta di risolvere i problemi generati dalla mentalità
della civiltà industriale con la stessa razionalità
materialistica, manipolativa, e autocentrata (autoreferente)
che caratterizza quella mentalità. Questo produce rendimenti
decrescenti.
Nei prossimi anni dovremo abbracciare un
nuovo modo di pensare; nella sua assenza i nostri sistemi
diventerebbero in modo critico instabili.
Che cos’è
pensare nuovo?
Comincia con una conoscenza interiore più profonda
nella trasformazione che potrebbe condurci a un mondo più
pacifico e sostenibile.
Che cosa è effettivamente coinvolto in una trasformazione
cosí fondamentale?
Per sapere ciò che succede quando
un sistema complesso raggiunge il livello di instabilità
che spinge alla trasformazione fondamentale, dobbiamo andare
oltre estrapolando le tendenze attuali — abbiamo bisogno
di sapere qualcosa delle dinamiche di sviluppo del sistema
in cui le tendenze appaiono (e possono scomparire). Tale conoscenza
è fornita dalla teoria dei sistemi moderna, soprattutto
il ramo popolarmente conosciuto come "la teoria del caos."
A causa dell’insostenibilità
di molti aspetti del mondo d’oggi, la dinamica di sviluppo
che applicheremo alle nostre societá non è la
dinamica lineare di estrapolazione classica ma la dinamica
non lineare del caos nell’evoluzione di sistemi complessi.
Non possiamo più ignorare che le
tendenze attuali stanno evolvendo verso soglie critiche —
verso alcuni dei famosi (o infami) "limiti planetari"
che negli anni ‘70 e ‘80 erano considerati i limiti
alla crescita. Se sono o meno dei limiti alla crescita è
interamente discutibile, ma sono chiaramente limiti al tipo
di crescita che avviene oggi. Mentre ci muoviamo verso questi
limiti, ci avviciniamo a un punto di caos. A questo punto
alcune tendenze deviano o scompaiono, e nuove realtà
appaiono al loro posto. Questo non è insolito: la teoria
del caos mostra che l’evoluzione di sistemi complessi
coinvolge sempre periodi di stabilità e instabilità,
di continuità e di discontinuità, di ordine
e caos, che si alternano.
Quando si tratta di una fine, e raggiungiamo il punto di caos,
il "punto" stabile e gli attrattori "periodici"
dei nostri sistemi saranno uniti dagli attrattori "caotico"
o "strano". Questi appariranno improvvisamente,
come dicono i teorici della teoria del caos, "fuori del
blue." Guideranno i nostri sistemi al punto di rovesciamento
dove questo sceglierà una o l’altra delle vie
di sviluppo che sono disponibili per esso.
# La finestra decisionale attuale è
una delle quattro fasi nella trasformazione delle nostre societá.
Primo, la Fase di Innesco. Qui le innovazioni nelle tecnologie
"dure" (gli attrezzi, le macchine, i sistemi operazionali)
portano a più grande efficienza nella manipolazione
della natura per le finalità umane. Esse cambiano le
relazioni delle persone tra di loro, e verso l’ambiente
naturale.
Secondo, la Fase di Accumulazione. Le innovazioni di tecnologia
(hard) dure causano
• un più alto livello di produzione di risorse,
• la crescita più veloce di
popolazione
• una più grande complessità
sociale.
Queste innovazioni producono impatti fondamentali e quasi-irreversibili
su entrambi i versanti, il sociale e l’ambiente naturale.
Viviamo nelle fasi di inizio di un periodo
di instabilità sociale ed ecologica — una
finestra decisionale cruciale
Segue la Finestra Decisionale. Le mutate
condizioni esercitano pressione sull’ordine sociale
costituito collocando nel problema gli antichi valori e le
priorità e le pratiche associate con essi. La societá
diventa instabile, ed in un informazione-ambiente globalmente
interdipendente essa è ipersensibile ai cambiamenti
ulteriori e alle pressioni.
Da ultimo, il
Punto Caos
Qui la societá diventa instabile in modo critico. Lo
status quo è insostenibile e l’evoluzione della
societá va in una direzione o in un’altra:
una o l’altra verso
Evoluzione (effettivamente "devoluzione") verso
il Collasso. Una massa critica nella societá è
resistente al cambiamento, o cambia anche della trasformazione
tempestiva. L’ingiustizia ed il conflitto, uniti insieme
ad un ambiente impoverito, creano tensioni incontrollabili.
L’ordine sociale degenera nel conflitto e nella violenza.
Evoluzione verso una Svolta. La massa critica cambia le sue
priorità, i suoi valori, ed i suoi comportamenti, cambiando
la societá verso un modo di operare più pacifico
e sostenibile. I principali sistemi economici, politici ed
ecologici si stabilizzano in un modo sostenibile.
Questa è la fase dei quattro cambiamenti dinamici che
si dispiega nel mondo oggi. Essa accelera, e non ci dà
molto tempo per agire.
1. La Fase di Innesco é iniziata intorno al 1800 ed
è durata fino al 1960.
Fino alla seconda metà del diciottesimo
secolo, gli ottomila anni che hanno separato l’alba
del Neolitico dall’avvento dell’Età Industriale
hanno visto relativamente poche innovazioni fondamentali tecnologiche.
Gli attrezzi fondamentali agricoli sono stati perfezionati
ma non sono stati modificati sostanzialmente: la falce, la
zappa, il dissodatore, la sega, il martello, ed il coltello
continuarono ad essere in uso in forme sostanzialmente immutate.
Cambiamenti più radicali si verificarono soltanto riguardo
alle tecnologie di irrigazione e l’introduzione di nuove
varietà di piante. Poi, nel secolo diciannovesimo la
Rivoluzione Industriale
é decollata in Europa ed in America. La nave a vapore
è stata inventata nel 1802, ed il petrolio fu trovato
in Pennsylvania nel 1859. Dopo di ciò una intera batteria
di nuove tecnologie è venuta sulla scena.
I primi passi significativi sono avvenuti nel settore tessile:
le innovazioni nella filatura del cotone hanno stimolato le
invenzioni che hanno condotto a fabbricare macchine in grado
di fare una produzione di massa basata sulla fabbrica.
Lo sviluppo industriale presto si diffuse
dal tessile al ferro, non appena la ghisa più economica
sostituì il più costoso ferro lavorato. Seguendo
di pari passo le innovazioni nell’industria degli attrezzi
e delle macchine, vi furono gli sviluppi dell’industria
chimica. La trazione basata sul motore a combustione, un’innovazione
chiave nel trasporto moderno, apparve nel 1880 simultaneamente
con la lampadina elettrica di Edison, seguita dalla radio
di Marconi e dalla macchina volante dei fratelli Wright.
Durante la prima metà del ventesimo secolo queste innovazioni
tecnologiche hanno spostato la produzione industriale dal
carbone e dal vapore, dai tessili, dalle macchine per gli
attrezzi, il vetro, pre-Bessemer che ha forgiato l’acciaio,
e il lavoro nell’agricoltura intensiva, all’elettricità,
al motore a combustione interna, alla chimica organica, e
alla produzione su larga scala.
2. La Fase di Accumulazione ha avuto inizio
negli anni ‘60 ed é durata fino a recentemente.
Nei primi anni ‘60, quasi centosessant’anni dopo
le innovazioni che hanno condotto al dispiegarsi della prima
rivoluzione industriale, vi è stato un tipo nuovo di
innovazione tecnologica. La "seconda rivoluzione industriale"
ha sostituito la fiducia su entrate massiccie di energia e
la materia naturale con una più risorsa più
intangibile: l’informazione. Negli ultimi due decenni
le nuove tecnologie "morbide" hanno reso le tecnologie
classiche "dure" largamente più efficienti.
Sistemi informativi sofisticati hanno razionalizzato e hanno
fatto cadere il costo di produzione ed il deperimento e condotto
a grandi incrementi nell’estrazione, produzione, uso
dei beni prodotti dalle sempre più potenti tecnologie
automatizzate e semi-automatizzate. Questo ha condotto allo
sfruttamento, e occasionalmente supersfruttamento, di risorse
rinnovabili e risorse non rinnovabili e al degrado degli ambienti
urbani come pure rurali.
La diffusione internazionale di tecnologie industriali ha
globalizzato i settori economici e finanziari mentre ha lasciato
le strutture sociali localmente diverse e disparate. Ha acceso
una nuova corsa all’oro per la ricchezza promessa dai
settori di servizio e produzione di hi-tech. Questo ha rotto
delle strutture sociali tradizionali e strutture istituzionali
e messo in discussione valori e priorità costituiti.
3. La Finestra di Decisione si é aperta intorno alla
fine del 2005 e sarà molto probabile che giunga ad
una conclusione alla fine del 2012. Una fase nuova è
stata adesso raggiunta nell’evoluzione del mondo umano:
i nostri sistemi sono diventati in modo critico inclini alla
lotta ed insostenibili. C’è un alto livello di
tensione nella societá civile; c’è il
terrorismo e la guerra, il conflitto nella sfera politica,
la vulnerabilità nell’arena economica, la volatilità
nella sfera finanziaria, ed i problemi si aggravano col clima
e l’ambiente. La globalizzazione dell’economia
agganciata all’intensificarsi del contatto tra culture
e società differentemente sviluppate sta costruendo
una situazione che va verso un punto di non ritorno.
4. Il Punto Caos è probabile che sarà raggiunto
per la fine del 2012 — o poco dopo.
I processi che hanno avuto inizio all’alba del secolo
diciannovesimo e che si sono andati accelerando dagli anni
’60, si stanno evolvendo verso il punto di non ritorno
— il punto caos.
Questo punto è probabile che può
essere raggiunto in meno di dieci anni da adesso: l’anno
2012 largamente discusso potrebbe essere un anno decisivo.
Deciderà se la comunità mondiale sta entrando
su un sentiero verso il collasso, o su un sentiero verso un
mondo sostenibile.
UTILIZZARE LA FINESTRA DECISIONALE
# Quali sono le possibilità che dalla seconda decade
di questo secolo i nostri sistemi entrino in un percorso di
svolta sostenibile, piuttosto che nella via del collasso?
Le probabilitá sono migliori di quanto possiamo pensare.
A prima vista, la prospettiva non è fiduciosa. L’approfondirsi
della minaccia del terrorismo, il continuo diffondersi della
povertà, la progressiva degradazione dell’ambiente,
i cambiamenti crescenti nel clima, come pure la guerra nel
Medio Oriente e le altre zone calde non presagiscono bene
per il futuro. Possiamo essere già sulla via del collasso.
Ma questa conclusione é prematura.
Siamo ancora a una finestra decisionale, perché la
maggior parte delle tendenze che potrebbero determinare il
nostro futuro non hanno raggiunto ancora un punto di irreversibilità.
Questo è vero del clima, della degradazione di aria,
acqua, e terra, della tensione umana dovuta alla densità
di popolazione e alla povertà, e della frustrazione
causata dalla distribuzione iniqua di ricchezza e potere.
Mentre alcuni di questi processi sono già almeno parzialmente
irreversibili (per esempio, non ritorneremo mai ai modelli
di tempo meteorologico stabili del passato), c’è
tuttavia lo spazio per un’azione positiva; possiamo
ancora invertire molti processi prima che le situazioni raggiungano
condizioni catastrofiche. In una finestra decisionale i sistemi
sono ultrasensibili; anche fluttuazioni piccole possono produrre
effetti di larga scala — i cosiddetti "effetto
farfalla." Questa è una fonte di pericolo come
pure di speranza.
Pericolo a causa del fatto che i nostri sistemi economici,
sociali, ed ecologici sono instabili a tal punto gestita non
accelerano una consapevolezza del bisogno del cambiamento
fondamentale — esse creano un falso senso di sicurezza
ed incoraggiano la soddisfazione/compiacimento. Paradossalmente,
una strategia retrograda è più utile in questa
considerazione: essa accelera le tendenze che rendono la crisi
più visibile. Essa fortuitamente ma efficacemente motiva
la gente ad insistere sul cambiamento fondamentale; essa catapulta
degli strati più che mai ampi di societá nell’azione.
Che ci piaccia o no, stiamo vivendo in un clima di linee di
condotta regressive.
In ultima analisi questa non è una cosa cattiva; possiamo
farne un uso costruttivo. Piuttosto che cadere nel pessimismo,
o far pressioni per linee di condotta che hanno un valore
semplicemente temporaneo di rimedio, dovremmo lavorare per
alzare il livello di consapevolezza che i nostri sistemi sono
criticamenti instabili e nel bisogno urgente di trasformazione
fondamentale. Dovremmo favorire un’evoluzione tempestiva
nella mentalità di una massa critica nella societá
.
Paradossalmente, una strategia retrograda
è più utile in questa considerazione: essa accelera
le tendenze che rendono la crisi più visibile. Essa
fortuitamente ma efficacemente motiva la gente ad ; essa catapulta
degli strati più che mai ampi di societá nell’azione.
Il clima attuale politico è propizio per questo: le
persone iniziano a risvegliarsi, e diventano più disposte
ad avventurarsi oltre lo status quo.
C’è una percezione crescente della crisi, e questo
può produrre la solidarietà, la volontà
di lavorare insieme.
Questa fu l’esperienza nella WWII (seconda guerra mondiale),
quando nei paesi invasi dagli eserciti del Hitler la gente
non ha lottato l’un l’altro ma si é unita
insieme per affrontare il nemico comune; vi furono atti innumerevoli
di solidarietà. Questo fu anche il caso nel dicembre
del 2004 quando il massacro dello tsunami asiatico di innocenti
abitanti dei villaggi e di turisti nel Sud e Sud Est Asiatico
ha provocato atti di solidarietà in tutto il mondo,
con notevole generosità. E più recentemente
è stato il caso del cataclisma prodotto dall’uragano
Katrina che ha fatto si che le persone "trovassero la
loro strada" e marciassero su Washington per protestare
contro la linea di condotta dell’amministrazione che
si concentra sulla guerra del petrolio in Iraq nella negligenza
della situazione dei poveri in patria. Speriamo che non dovremo
aspettare una catastrofe che uccida centinaia di migliaia
o milioni di persone prima che una massa critica nella societá
sviluppi la solidarietà e la volontà di affrontare
i problemi che stanno davanti a noi tutti.
Questa, certo, non è una questione
di pia speranza; è una questione di estrema urgenza.
Il nostro è un tempo per l’azione. Non l’azione
terapeutica a breve termine, ma l’azione determinata
diretta a causare la trasformazione fondamentale. I nostri
problemi diventano più visibili ogni giorno, e ogni
giorno che passa più persone si risvegliano al bisogno
di fare qualcosa — ed in una finestra decisionale, possono
fare qualcosa. Questo è il motivo di speranza, la nostra
unica opportunità di iniziare un processo di rinnovamento
globale.
A cosa somiglierebbe
un processo di
rinnovamento globale?
Ecco uno scenario di come potrebbe svolgersi — se abbiamo
la volontà e la visione di entrare in merito ad esso.
• Affrontando i problemi crescenti e le minacce condivise,
i gruppi interessati di cittadini nella societá civile
lavorano insieme, formano associazioni e network, e perseguono
gli obbiettivi condivisi di pace e di sostenibilità.
.
• I dirigenti nel Business riconoscono il maremoto di
cambiamento nel pensare e nelle aspettative dei loro clienti
e utilizzatori e rispondono con le merci ed i servizi che
incontrano il cambiamento nella richiesta.
• I mezzi di comunicazione di notizie e divertimento
Globali esplorano nuove prospettive e innovazioni sociali
e culturali emergenti. Una visione nuova di se, degli altri,
e della natura appare su Internet, alla televisione, e nei
network di comunicazione di imprese, comunità, e gruppi
etnici.
• Di conseguenza una nuova cultura di responsabilità
e di solidarietà emerge nella societá.
Cresce lí il sostegno per le linee di condotta pubbliche,
che riguarda l’evidente interesse sociale ed ecologico.
Gli stanziamenti e capitale sono incanalati dalle applicazioni
militari e di difesa verso i bisogni delle persone che costituiscono
la grande massa della societá.
Le misure per proteggere l’ambiente sono implementate,
si crea un sistema efficace di distribuzione di cibo e risorse,
e viene sviluppato e messo in atto un piano per rendere sostenibile
l’energia, il trasporto, e le tecnologie agricole.
• Sempre più persone ottengono l’accesso
al cibo, al lavoro, e all’educazione. Sempre più
entrano su Internet come partner attivi di dialogo. La loro
comunicazione rinforza la solidarietà e scopre le aree
di win-win dove gli interessi reciproci possono essere promossi
unitamente.
• I Decision makers (coloro che prendono
le decisioni) nella sfera dell’ economia nazionale ed
internazionale mutano i loro principi di operare dal vivere
sul "capitale naturale" a vivere sul "reddito
naturale" (il capitale Naturale consiste nelle ricchezze
accumulate della terra, usata e abbandonata, come nel bruciare
i carburanti fossili. Quando tale capitale è esaurito,
i sistemi economici basati su di esso vanno in bancarotta
— sono insostenibili. Il reddito naturale, invece, consiste
nelle risorse quasi infinitamente disponibili della natura
— la radiazione solare soprattutto — e di risorse
efficientemente ed efficacemente ripristinabili e riciclabili.
I sistemi economici che vivono del reddito naturale sono intrinsecamente
sostenibili).
• Un cambiamento corrispondente si ottiene riguardo
alla maniera in cui le risorse naturali sono impiegate.
L’obbiettivo emergente non è ottimizzare la produttività-lavoro
(che è stato lo scopo principale e la preoccupazione
del business per la maggior parte del ventesimo secolo), ma
aumentare il livello della produttività-risorsa. Questo
significa disegnare processi di produzione e creare beni di
consumo usando il minor quantitativo di risorse non rinnovabili
ed elevare al massimo la scelta di risorse indefinitamente
disponibili o riciclabili. Sostenuto da questi sviluppi, la
sfiducia nazionale, internazionale ed interculturale, il conflitto
etnico, l’oppressione razziale, l’iniquità
economica, e la diseguaglianza tra i sessi danno la precedenza
alla fiducia ed al rispetto reciproco, ed una speditezza nel
formare le partnership e cooperare. Piuttosto che dividersi
in conflitti e guerre, l’umanità si apre un varco
verso un mondo sostenibile fiducioso di stesso ma con la cooperazione
di comunità, imprese, stati, e regioni. Persisteremo
su una via che porta al collasso fino a che il tetto non ci
cadrà addosso? O cambieremo in tempo verso un sentiero
che conduce a un mondo sostenibile e pacifico? La risposta
non c’è ancora; abbiamo una finestra nel tempo.
Il nostro destino è adesso nelle nostre mani.
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Basato su Ervin Laszlo, The Chaos Window:
The World at the Crossroads. Hampton Roads, Charlottesville,
VA, June 2006.
Copyright per i testi riportati in traduzione italiana: Alba
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