l'abbondanza
La più grande ironia
della vita è che tutto ciò che vogliamo l’abbiamo
già. Abbiamo in grande abbondanza ciò che
desideriamo.
Forse non crederete che nel vostro caso, o per altre persone
che conoscete, sia vero, ma è proprio così,
ed è solo la convinzione che non lo sia a farlo sembrare
falso nella nostra esperienza.
Il punto di vista gioca un ruolo importantissimo riguardo
al modo in cui sperimentiamo la vita. Ciò che uno
chiama “scarsità”, per un altro è
“abbondanza”. Le nostre definizioni creano le
nostre esperienze personali. E in seguito alle esperienze,
le definizioni (ciò che io chiamo le nostre decisioni
sulle cose) si fanno più salde. Se diciamo che una
cosa è in un modo, sarà in quel modo.
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Appena decidete e dichiarate che la vostra vita non ha nulla
a che fare con voi e con il vostro corpo, tutto ciò
che avete sempre cercato, desiderato e lottato per ottenere
vi arriverà automaticamente, che ironia, vero! E non
ve importerà nulla. Perché ormai non ne avrete
più bisogno. Vi godrete ogni cosa, certo. Ma non ne
avrete bisogno. E finalmente avrete finito di lottare.
le relazioni
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Forse nulla ha causato tanti problemi e tanto dolore alla
nostra specie quanto ciò che è stato creato
per darci la gioia più grande: i nostri rapporti con
gli altri.
Non abbiamo trovato un modo di vivere in armonia, a livello
individuale, collettivo, sociale o politico. Ci è già
molto difficile andare d’accordo, figuriamoci amare
il prossimo.
Di che cosa si tratta? Da che cosa dipende? Io credo di saperlo
grazie a ciò che Dio ci comunica in Conversazioni con
Dio: molti di noi costruiscono delle relazioni per i motivi
sbagliati. Cioè per motivi che non hanno nulla a che
fare con lo scopo principale della nostra vita. Quando il
motivo per entrare in un rapporto è in sintonia con
il motivo dell’anima, non solo i nostri rapporti diventano
sacri, ma anche gioiosi.
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L’amore dice:”Ciò che voglio per
te è ciò che tu vuoi per te”. L’amore
dice: “Ciò che scelgo per te è ciò
che tu scegli per te”. Se dico:”Scelgo per te
ciò che io voglio per te, non ti amo. Amo me stesso
attraverso di te, perché desidero ricevere ciò
che voglio, invece di vedere te che ricevi ciò che
vuoi.
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L’amore non dice mai di no. Sapete come lo
so? Perché Dio non dice mai di no. E Dio e l’amore
sono altri due termini intercambiabili. Dio non vi dirà
mai di no, qualunque cosa chiediate. Anche se pensa che vi
metterà nei guai. Dio non dice mai di no perché
sa che alla fine non correte un grosso rischio. Non potete
danneggiarvi in modo tale da non essere più.Potete
soltanto evolvervi e crescere, diventando sempre più
chi siete realmente. Perciò Dio dice:”Scelgo
per te ciò che tu scegli per te. E ti sfido a fare
la stessa cosa con le persone che tu ami”.
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I problemi che tradizionalmente causano lotte di potere tra
le persone quasi sempre hanno a che fare con il tempo, la
disponibilità e le attività dell’altro.
In altre parole, non passi abbastanza tempo con me, sei impegnato
in attività che io non approvo. E combattiamo su tali
questioni.
Ecco un esempio tratto dalla vita quotidiana:
improvvisamente il vostro coniuge si butta anima e corpo nel
lavoro, e mentre prima passava molto tempo con voi, ora, dopo
otto o dieci anni di matrimonio, ne trascorre pochissimo.
E questo provoca un contrasto, perché voi vorreste
avere il controllo del suo tempo.
Allora dite: “Ascolta, io voglio che passi in famiglia
almeno tre fine settimana su quattro. Non voglio che tu sia
sempre in giro, sempre impegnato in qualche grande progetto,
o preoccupato per qualche problema di lavoro. Non mi presti
nessuna attenzione”. Forse non usereste esattamente
queste parole, ma il concetto sarebbe questo:
“Voglio la tua attenzione, e il tuo tempo”.
E così inizia una lotta di potere.Forse il vostro partner
cercherà di negoziare: “Okay, starò via
soltando un week-end al mese, o al massimo due”. Si
arriva a un accordo, ma se poi un mese il partner passa tre
fine settimana fuori casa, inizia a sentirsi in colpa, a sentirsi
controllato, inizia a covare risentimento e presto ne segue
un conflitto: “Che diritto hai di venirmi a dire come
devo impiegare il mio tempo?”
Io non entrerei mai in una lotta del genere. Se mia moglie
facesse una cosa qualunque che io non approvo, o che per me
non funziona, direi semplicemente: “Ascolta, tu hai
il diritto di fare ciò che vuoi, però a me non
piace che tu passi tre fine settimana al mese lontano da casa.
E devo informarti che se continuerai a farlo, mi troverò
qualcun altro con cui passare i fine settimana. Questa nin
è una minaccia. Non sto cercando di ricattarti. Sto
solo annunciando ciò che funziona per me. Mi piace
stare con qualcuno. Desidero condividere i giorni e il tempo
della mia vita con una persona che amo. Se tu non vuoi essere
quella persona, va benissimo, perciò fai come preferisci.
Non c’è rancore, né rabbia, né
desiderio di farti sentire dalla parte del torto. E’
solo una dichiarazione di come stanno le cose. Lascia che
chiuda la discussione con questa frase: se io dovessi scegliere
una persona da amare saresti tu. Perciò porto questo
anello al dito. Tu non sei obbligata a fare la mia stessa
scelta in questo momento, tuttavia devi sapere che anche se
sei la prima persona che vorrei, posso scegliere anche qualcun
altro”.
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La mia domanda riguarda il fatto di
rispecchiarsi nei rapporti. Sai quando si dice che ciò
che no ti piace negli altri e ciò che non ti piace
in te stesso. Potresti parlarne?
Sai, ora non c’è quasi nulla che non mi piaccia
negli altri, perché ho imparato molto tempo fa che
ciò che non mi piaceva in loro corrispondeva a qualcosa
in me che non amavo. E negli ultimi anni ho imparato ad apprezzare
tutto di me. Non è straordinario? Voglio dire, per
voi che ve ne state li seduti a guardarmi deve essere difficile
da credere, ma è vero: io mi piaccio molto. Mi piacciono
il mio aspetto fisico, i miei atteggiamenti, le mie idee,
la mia spontaneità, quella parte di me che non è
affatto convenzionale. Sapete, mi piace anche come rido. Mi
piace proprio tutto di me, ed è la prima volta nella
vita che mi sento così. E poiché mi sento così,
ci sono pochissime cose che non mi piacciono negli altri.
Sono diventato terribilmente tollerante. E’ straordinario:
vedo le persone intorno a me e le amo tutte. Trovo accettabili
comportamenti, caratteristiche e tratti della personalità
che solo pochi anni fa avrei rifiutato in blocco.
Perciò credo che l’amore di sé generi
un amore enorme per gli altri, perché uno pensa: Bè,
se
posso amare me stesso, posso davvero amare qualunque cosa.
la vita
olistica
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Che sosa significa “essere sulla via”?
O vivere una vita integrale e santa? Esiste un modo di applicare
nella quotidiana esistenza i messaggi di tutti i libri spirituali?
Le risposte ci sono state date molte volte, in molti modi
diversi, da molte fonti. Eppure non le viviamo. In generale,
non prestiamo attenzione alle parole di coloro che ci offrono
una guida spirituale. E il risultato è che abbiamo
perso la strada. Il mondo ha perso la sua strada. Ma non possiamo
permetterci di continuare così. Il tempo sta finendo.
Per noi, individualmente, e per la famiglia umana. Ogni giorno
che passa è un giorno in meno che vi resta da vivere
sulla terra, in questo corpo, per compiere ciò per
cui siete stati chiamati. Vi è chiaro che cosa siete
venuti a fare? E lo state facendo? Oppure perdete tempo, ancora
cercando, vagabondando, in preda ai dubbi? Se questo è
il vostro caso, vi invito a smettere. Le risposte sono qui.
Ci sono state date. Tutte le grandi tradizioni di saggezza
le hanno. E ora sono più accessibili che mai. Non dobbiamo
più dipendere dal fatto che tali verità passino
attraverso racconti orali, o pergamene perdute e ritrovate
dopo molto tempo. Ora abbiamo mass-media, Internet. Abbiamo
una distribuzione a livello mondiale di libri e video. Oggi
non si ha davvero bisogno di andare lontano per trovare ciò
di cui si ha bisogno.
In verità, anche prima era così. Le risposte
sono sempre state qui, dentro di noi. Questa è la verità
che tutte queste informazioni ora facilmente accessibili mi
hanno portato a comprendere.
Le risposte alle domande più importanti della vita
ci sono state date, nel Corano, nella Bhagavad Gita, nel Tao-te
Ching. Nella Bibbia,nel dhammapada, nel Talmud, nel libro
dei Mormoni, nelle Upanishad, nel Canone Pali e in centinaia
di altyri scritti. La questione non è quando riceveremo
le risposte, ma quando saremo disposti ad ascoltarle.
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A volte guardando qualcuno possiamo quasi misurare,
da uno a dieci, la quantità di dolore che si porta
dietro. Dolore che senza dubbio per lui è molto reale,
ma che ora probabilmente non gli serve più e che non
ha a che fare con il presente, ma con il passato. Tali persone
spesso non vogliono abbandonare il proprio dolore, non perché
non lo desiderino, ma perché si sono convinte che non
sia possibile.
“Neale, tu non capisci. Se ciò che è accaduto
a me fosse successo a te, allora comprenderesti. Ma è
chiaro che non puoi”.
E non permettono a nessuno di mandare via il proprio dolore,
perché sanno che ,lo lasciano andare, dovranno abbandonare
tutto il loro dramma, tutto ciò che giustifica il loro
modo di essere e in cui hanno vissuto per anni. Anche se a
volte sono passati dieci, venti o trent’anni dal giorno
in cui hanno ricevuto l’offesa o il danno di cui parlano.
Attaccarsi a questo, renderlo parte della propria realtà
quotidiana, non serve che a permettere alla persona che vi
ha fatto soffrire di continuare a farvi soffrire per altri
trent’anni.
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Il vivere solistico inizia, continua, finisce e procede verso
un’espressione di sé integrale e completa. E
chi la raggiunge si dice che vive in modo santo. Ciò
significa usare in modo coordinato tutti e tre livelli di
creazione e i sette livelli di energia che chiamiamo chakra
del corpo umano. Il vivere solistico suggerisce di non abbandonare
le esperienze dei chakra e di non negare nessuna delle energie
che scorrono dentro di noi.
... alcuni pensano che una vita altamente spirituale richieda
il celibato, la castità, o comunque la negazione della
nostra energia sessuale. E credono che coloro che godono e
trovano gioia nell’espressione della loro sessualità
umana non siano molto evoluti. Un giorno forse capiranno.
C’è tutta una scuola di pensiero secondo cui
le persone davvero spirituali hanno poco o nulla a che fare
con il sesso. Di fatto, tale scuola di pensiero in alcune
tradizioni si spinge fino a chiedere agli adepti di rinunciare
completamente a esprimere la loro sessualità, per potersi
definire membri di quella particolare cultura o sottocultura.
Ho parlato con Dio di questo, perché si trattava di
una cosa che volevo sapere. Gli ho chiesto: “Dio, è
vero che per vivere una vita solistica, per sperimentare ed
esprimere la parte più grandiosa di chi sono , devo
negare la parte più bassa di chi sono?”
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E mi chiedevo: “ Come può essere? Dio
vuole davvero questo da noi?”
Poi Dio mi disse che per vivere in modo solistico è
importante vivere l’energia di tutti i chakra del corpo.
Viviamo integralmente l’energia del chakra radice, del
chakra del potere, del chakra del cuore e del chakra più
alto di tutti.
Ma non si tratta di arrivare al punto più alto e poi
di abbandonare i cinque più bassi. Non si tratta di
tagliare via il pezzo… Non intendevo quello che pensate
voi, non capisco perché ridete… Un pezzo della
nostra esperienza, volevo dire. Non si tratta di separarsi
dai cinque chakra inferiori e far risiedere il nostro essere
soltanto negli ultimi due, o addirittura solo in quello più
alto. Non si tratta affatto di questo. Bisogna sollevare l’energia,
ma senza perdere il collegamento con i chakra inferiori. Allora
potrete dire di vivere olisticamente.
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Vivere in modo olistico significa ricontestualizzare
tutta la nostra vita, arrivando a una nuova comprensione di
come funziona l’intero processo che chiamiamo vita.
Implica arrivare a una nuova chiarezza su ciò che siamo,
su chi siamo realmente. La maggior parte delle persone ha
sempre trovato estremamente difficile, fin dall’inizio
dei tempi, vivere a partire dall’idea più vasta
di chi siamo realmente. E il motivo di questa difficoltà
è il fatto che siamo intrappolati nella paura. La vita
di moltissime persone è controllata dalla paura, anche
se a livelli diversi.
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